Finanziamenti a fondo perduto per ammodernamento e crescita di imprese già avviate
di Redazione
15/07/2015
Vista la congiuntura economica negativa che negli ultimi anni ha interessato non solo l’Italia ma l’Europa intera, non sono poche le imprese che si sono ritrovate a fare i conti con un calo consistente della domanda, impossibilitate quindi a rispettare tutte le scadenze.
Se sovente si sente parlare di varie tipologie di incentivi a sostegno della nuova imprenditoria, con fondi statali ed europei destinati a nuove imprese e start up create da donne o giovani under 35, meno conosciuti ma non meno importanti sono anche i fondi destinati ad imprese già avviate.
Non sono poche infatti le piccole imprese desiderose di espandersi e potenziarsi, ma dinanzi a una moltitudine di idee, è spesso l’insufficiente disponibilità finanziaria a impedire l’accrescimento.
In realtà, per agevolare lo sviluppo delle imprese, gli enti pubblici provvedono periodicamente allo stanziamento di fondi destinati al finanziamento a fondo perduto di spese di consolidamento.
In generale, le categorie imprenditoriali che risultano abbastanza favorite per l'ottenimento di contributi e finanziamenti agevolati risultano essere le imprese al femminili e le imprese giovanili, le nuove imprese, le imprese che hanno sede legale in zone svantaggiose dal punto di vista economico, le imprese capaci di produrre innovazione, sviluppo e ricerca e le imprese nei settori del turismo, dell'artigianato, dell'agricoltura e della pesca.
L’ammontare del finanziamento perduto per imprese già avviate varia ovviamente per ogni progetto e generalmente è erogato il 50-80% del totale costi. Per richiedere questo tipo di finanziamento occorre preparare un progetto molto dettagliato del piano di fattibilità, il cosiddetto Business Plan, che deve essere presentato agli organi competenti, che decideranno se e con quali modalità concedere l’incentivo richiesto.
Questa tipologia di fondi sono spesso stanziati dalla Comunità europea. I finanziamenti Agevolati Comunitari sono una forma di aiuto da parte dell'Unione Europea alle piccole e medie imprese (PMI) che spesso non riescono ad ottenere dei prestiti o dei finanziamenti dagli istituti creditizi. Al fine, quindi, di aiutare le PMI, l'Unione Europea predispone dei programmi di aiuto e di sostegno per le aziende finanziando specifici progetti oppure specifici settori tramite finanziamenti agevolati, cioè tramite dei prestiti e sovvenzioni a condizioni vantaggiose.
Anche lo Stato italiano in prima persona si è mosso però per sostenere le PMI nel loro percorso di crescita ma soprattutto di ammodernamento, per stare al passo coi tempi e soprattutto con la tecnologia.
Ad esempio, con il Decreto Fare (DL 69/2013, art. 2), la “nuova Sabatini” mira ad accrescere la competitività del sistema produttivo del paese garantendo un più semplice accesso al credito di microimprese e PMI offrendo:
- un finanziamento bancario di importo compreso tra 20mila e 2 milioni di euro per realizzare investimenti, anche mediante leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché in hardware, software e tecnologie digitali (spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile).
- un contributo economico che copre parte degli interessi sui finanziamenti contratti, pari all’ammontare di quelli calcolati su un piano di ammortamento a rate semestrali, con tasso del 2,75% e durata 5 anni;
- una copertura sul finanziamento fino all’80% del suo ammontare, tramite “Fondo di garanzia per le PMI”.
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