Rilanciare e rinnovare le piccole aziende partendo dagli aiuti statali

Dopo la congiuntura economica negativa che si è protratta, in Italia come nel resto del mondo, per diversi anni e da cui ancora il nostro paese non è riuscito completamente ad uscire, per poter rimettere in moto l’economia vi è necessità di investire nella produzione e nei consumi.

Se anche l’Istat ha confermato che nel primo trimestre 2015 vi è stato un boom di nuove imprese, soprattutto quelle messe in piedi dagli under 35, bisogna pur dire che non è semplice avviare e portare avanti un’impresa commerciale: a scarseggiare non sono le idee ma i fondi.

In questa ottima è importante ricordare che esistono dei particolari contributi che enti pubblici o società finanziarie pubbliche predispongono in favore di attività imprenditoriali, per aiutarne l’avviamento o riequilibrarne la  situazione finanziaria, mediante l’ottenimento di contributi in conto capitale che non dovranno essere restituiti a scadenze predeterminate.

Parliamo dei cosiddetti Prestiti a fondo perduto, elargiti da enti europei, statali, regionali o locali, che attraverso tale strumento vogliano appunto incentivare lo sviluppo delle attività imprenditoriali sul territorio.

Generalmente gran parte dei fondi elargiti dagli enti vengono destinati al supporto dell’imprenditoria giovanile: questi fondi hanno come finalità quella di sostenere in tutto il territorio nazionale la creazione di micro e piccole imprese a prevalente o totale partecipazione giovanile o femminile e a sostenerne lo sviluppo attraverso migliori condizioni per l’accesso al credito.

Ai soggetti ammessi alle agevolazioni sono concedibili poi mutui agevolati per gli investimenti, a un tasso pari a zero, della durata massima di 8 anni e di importo non superiore al 75 per cento della spesa ammissibile, ai sensi e nei limiti del trattato agli aiuti d’importanza minore. Per quanto riguarda i settori ammessi vi sono quelli dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli.

Ogni anno poi con il bando ISI (Incentivi di Sostegno alle Imprese) l’Inail rinnova il proprio impegno per il welfare del Paese, mettendo a disposizione delle aziende oltre 267 milioni di Euro a titolo di contributi a fondo perduto per la realizzazione di progetti di investimento per migliorare le condizioni di salute e sicurezza del lavoro o per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.

Dal 2010 ad oggi l’istituto ha stanziato oltre un miliardo di euro, in 5 trance. Come comunica lo stesso ente sul suo sito ufficiale, l’incentivo ISI è ripartito in budget regionali che tengono conto del numero dei lavoratori e dell’indice di gravità degli infortuni rilevato sul territorio, viene assegnato fino all’esaurimento sulla base dell’ordine cronologico di arrivo delle domande di partecipazione ed è cumulabile con benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito quali quelli gestiti dal Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese e da Ismea.

Negli ultimi anni poi, molte regioni mettono a disposizione contributi a fondo perduto per aiutare le aziende a innovarsi e digitalizzarsi.

Lo scopo è quello di aiutare le piccole imprese a dotarsi di tecnologie che permettono di elaborare, memorizzare/archiviare dati, anche in modalità multilingua, utilizzando risorse hardware/software distribuite o virtualizzate in Rete in un’architettura di cloud computing, che sia compatibile con le moderne tecnologie dell’informatica distribuita e dell’ Internet of Things (IoT).

Ricordiamo a tal proposito anche il decreto legge “Destinazione Italia”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel gennaio 2014, per favorire la digitalizzazione dei processi aziendali e l’ammodernamento tecnologico delle micro, piccole e medie imprese con un voucher a fondo perduto da € 10.000,00 per finanziare l’acquisto di hardware ,software (crm, software gestionali, applicazioni web), soluzioni ecommerce e relativa formazione.

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