Finanziamenti per aprire una casa famiglia: requisiti ed incentivi
di Redazione
21/04/2017
Generalmente per Casa Famiglia si intende una comunità educativa residenziale che richiama in tutto e per tutto il modello di famiglia naturale: chiunque ha diritto ad avere una famiglia, a sentirsi amato e protetto, ed in primis i soggetti più deboli, bambini ed anziani in special modo. Purtroppo esistono ancora fin troppe persone che non sono molto fortunate e che non hanno nemmeno una casa in cui vivere e trascorrere le loro giornate: bambini e anziani sono indifesi e sono fragili, hanno costantemente bisogno di aiuto e di sostegno, e proprio per questo, grazie all’intervento di persone generose e altruiste, stanno nascendo sempre più case famiglia. Bisogna subito chiarire che, nonostante la buona volontà e il desiderio di rendersi utili, non è possibile improvvisarsi gestori di una casa famiglia: studi nell’ambito dei servizi sociali e della psicologia sono requisiti fondamentali per dare avvio a un’attività del genere, senza contare una perfetta conoscenza dell’articolata e complessa normativa relativa alla gestione di una struttura di questo tipo. Dal punto di vista normativo, la legge che regola come aprire una casa famiglia è la 328 del 2000. Una casa famiglia ha però anche bisogno di una struttura e di un’abitazione stabili, ed in questo caso le leggi di riferimento sono la 46 del 1990 relativa agli impianti, la legge 626 del 2006 e la legge 81 del 2008. Naturalmente, prima di avviare l’attività, è fondamentale verificare se, nella zona in cui si vuole aprire la casa famiglia/comunità alloggio, siano presenti altre attività che per servizi o per tipologia possono essere affini. In questo caso, sarebbe utile diversificare i servizi previsti e puntare sulla professionalità degli operatori che lavorano all’interno e sulla qualità, la cura e la pulizia della struttura. Come aprire una casa famiglia: occorre una preventiva autorizzazione del Comune dove sorge la struttura. Il legale rappresentate della società, della cooperativa o dell’associazione costituita per la gestione della casa famiglia, è chiamato a presentare domanda in carta da bollo all’assessorato ai Servizi Sociali del Comune, cui allegare il curriculum di tutto il personale, i relativi contratti di lavoro, le autorizzazioni ricevute, la planimetria e il progetto educativo che si ha intenzione di adottare. Una volta ricevuto il nulla osta da parte del Comune, esso dovrà essere autenticato da un notaio. È necessario, poi, che il personale impiegato possegga le qualifiche necessarie previste dalle normative regionali e comunali del territorio in cui si avvia l’attività. Ad esempio, gli operatori socio-assistenziali (OSS) e gli ausiliari ASA, OSA ecc., per poter essere abilitati all’esercizio della professione, devono aver frequentato e superato con esito positivo un corso di formazione professionale organizzato dalle singole Regioni.
Finanziamenti per aprire una casa famiglia: requisiti
Per quanto riguarda i requisiti organizzativi generali, vanno annoverati:
- la presenza di una Carta dei servizi cui siano illustrati: la tipologia di alloggio, gli interventi offerti, le tariffe del servizio, i costi per eventuali prestazioni aggiuntive.
- registro degli ospiti
- presenza di un coordinatore responsabile della struttura in possesso dei seguenti titoli di studio: diploma di Assistente Sociale, Educatore Professionale, Tecnico dei servizi sociali, operatore dei servizi sociali…)
- non è obbligatoria la presenza in struttura di personale 24/24H.
Per quanto riguarda invece i requisiti strutturali, organizzativi e funzionali, alla struttura adibita si richiede:
- capacità ricettiva: massimo 6 utenti
- essere priva di barriere architettoniche
- essere situata nell’abitato urbano e collegata con mezzi pubblici
- possedere una linea telefonica a disposizione degli ospiti
- essere dotata di almeno 1 servizio igienico attrezzato per fare bagno assistito
- possedere una cucina con caratteristiche di civile abitazione
- possedere camere con metratura minima prevista di 9 mq per le singole e di 14 mq per le doppie
- disporre di ambienti comuni per soggiorno e socializzazione con metratura minima di 20 mq
- valore aggiunto alla struttura la presenza di spazi esterni attrezzati.
Naturalmente un’altra questione chiave da affrontare è certamente quella economica: si devono affrontare da soli tutte le spese necessarie o si può usufruire di sgravi, agevolazioni e finanziamenti di varia natura?
Una casa famiglia non ha e non può avere finalità di lucro ma può contare sul sostegno degli enti comunali e regionali nonché dell’Asl.
In generale, tutte le associazioni, cooperative e società sociali, operanti nel terzo settore ed in particolare nell’assistenza, possono usufruire delle diverse forme di sostegno economico erogato dai Comuni e dalle Regioni.
Gli aiuti messi a disposizione dai Comuni riguardano:
- Finanziamenti a tasso agevolato (1-2%).
- Fornitura di prestazioni e servizi.
- Concessione di locali, strumenti o attrezzature comunali, che può essere gratuito o a canoni agevolati.
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