Finanziamenti a fondo perduto per apertura bar
di Redazione
08/04/2016
Nella difficile congiuntura economica in cui si trova il nostro paese, con la disoccupazione ben al di sopra della media europea e con quella giovanile in particolare che sfiora il 50%, non è facile soltanto cercare un’occupazione, ma anche pensare di investire nel proprio futuro puntando sull’apertura o sulla gestione di un’attività.
Certamente il settore in cui la crisi si è fatta sentire di più è quello terziario, ma è anche quello che al momento presenta una percentuale di ripresa migliore, e con po’ di coraggio, intraprendenza e qualche buona idea per differenziarsi dalla concorrenza, si può ben sperare di mettere su un’attività redditizia.
E se il vostro problema è la mancanza di fondi iniziali, niente paura: come per tanti altri settori, anche per aprire un’attività commerciale esistono dei finanziamenti a fondo perduto messi a disposizione dalle singole regioni ma anche dall’Unione Europea, per aiutare chi decide di mettersi in proprio, tentando l’attività imprenditoriale per esempio decidendo di aprire un bar.
Premettendo che un bar è un esercizio pubblico, cioè “un'attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande da consumarsi sul posto, nei locali dell'esercizio o in area aperta al pubblico” e che con la legge Bersani c’è stata una liberalizzazione a livello statale per quanto riguarda l’apertura di nuovi esercizi come i bar, va comunque sempre tenuto conto che bisogna sottostare ai regolamenti comunali che variano da comune a comune, informandosi presso le sedi preposte quindi nel comune dove si decide di aprire la propria attività.
Senza dilungarci troppo su tutti i requisiti che bisogna avere per gestire un bar, dal diploma di scuola secondaria superiore o di laurea all’aver esercitato 2 anni negli ultimi 5 in qualità di titolare, socio, dipendente qualificato o collaboratore in analoga attività, dall’avere frequentato un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande, istituito o riconosciuto dalla Regione all’essere stato iscritto al REC (Registro Esercenti il Commercio di cui alla Legge 11 giugno 1971, n. 426), fino ad arrivare al possesso degli attestati SAB e HCCP, quello che ci preme sottolineare qui è la possibilità di accedere concretamente a dei finanziamenti.
Se non si hanno i requisiti adatti per ottenere un prestito da un istituto bancario, esistono comunque possibilità per valutare prestiti e finanziamenti per aprire un bar e la scelta migliore è quella di un finanziamento a fondo perduto a tasso agevolato.
Stiamo parlando di uno strumento promosso per cercare di risolvere il problema della disoccupazione ed è interamente dedicato alle micro imprese create appunto da disoccupati.
In genere, oltra allo stato di disoccupato, gli elementi principali per accedere a questa tipologia di prestiti e finanziamenti sono il non avere condanne penali o problemi di carattere finanziario e soprattutto la presentazione di un business plan basato sulla location che dimostri che l’attività può produrre un reddito per pagare stipendio ai proprietari e garantendo la restituzione del finanziamento.
I tecnici chiamati a valutare i progetti sono persone che cercano di usare i fondi a disposizione per i progetti che avranno più prospettive di successo, quindi non solo è importante curare a fondo la stesura del Business plan ma anche proporre magari l’apertura di un’attività più articolata e con più servizi, che avrà certamente più chance di successo.
Il Ministero dello Sviluppo attraverso Invitalia mette a disposizione contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati da un minimo di 25.000 euro ad un massimo di 129.000 euro. Un tempo accedere a questa tipologia di finanziamenti poteva richiedere anche molto tempo, mentre adesso gli enti si sono autoregolamentati in questo senso e, per questo tipo di finanziamento a microimprese con fondo perduto, si garantiscono risposte in 6 mesi più 1 giorno.
Le agevolazioni coprono:
- per il 70-80% le spese per investimenti
- per il 20-30% le spese di gestione.
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