Prestiti a fondo perduto per nuove imprese, come fare per ottenerlo?
Per far girare l’economia c’è bisogno di inventare qualcosa di nuovo, e per inventare qualcosa di nuovo bisogna che si costituiscano nuove imprese. Ma le nuove imprese hanno bisogno di risorse e se non ci sono le dotazioni iniziali diventa difficile, se non impossibile, cominciare a fare impresa in maniera adeguata.
È un problema certo non di oggi, ma se vogliamo rilanciare l’economia, le banche e le istituzioni in qualche maniera devono allentare quella cinta strettissima che tiene immobilizzato il loro denaro quando si tratta di dare prestiti, di accordare fiducia, di fare condizioni veramente e non fintamente convenienti.
Tutto questo passa attraverso le politiche economico-finanziarie e monetarie, in primo luogo da parte dell’Europa, e poi da parte dei diversi Stati che la compongono, fermo restando che le banche, che spesso non fanno bene il loro mestiere, anzi, malissimo, devono muoversi in direzione di una maggiore flessibilità per gli argomenti che abbiamo portato sopra.
I finanziamenti a fondo perduto sono concessioni di capitale che non saranno richieste dal soggetto erogante. Tali prodotti di solito riguardano aziende ma anche singoli cittadini. Questa tipologia di agevolazioni riguarda normalmente, ma non solo, l’imprenditoria femminile, quella giovanile e le nuove start-up. Alla base di tutto bisogna capire una cosa: per mettere su una start-up, una nuova impresa o qualcosa di simile, bisogna nella quasi totalità dei casi rivolgersi alle Regioni di competenza.
Questo perché, indipendentemente dall’Ente pubblico erogante, è la Regione che governa il processo di erogazione dei fondi. Vale a dire che, sia che si tratti di fondi europei, sia che si tratti di fondi statali, sia che si tratti di fondi regionali, le modalità per riceverli passano attraverso le Regioni, che costituzionalmente sono gli Enti preposti a questo tipo di erogazioni. Le Regioni diventano così una sorta di bancomat cui attingere, se ce ne sono le condizioni, per avere agevolazioni, finanziamenti, prestiti, erogazioni.
Normalmente le Regioni stesse stipulano accordi con le banche, attraverso le quali materialmente avvengono le erogazioni stesse di denaro. Le banche su questo non hanno discrezionalità, ma si muovono sulla base delle leggi statali e regionali che consentono questi accordi. Per questo è fondamentale, non tanto andare a vedere cosa fa lo Stato o la Comunità Europea su una determinata materia, quanto quello che fa una Regione, una volta stanziati determinati fondi direttamente, o facendo da tramite allo Stato o all’Europa stessa.
È evidente che le domande di ammissione siano ammesse a una selezione. In generale di tratta di procedure cosiddette a sportello, vale a dire si presentano le domande (generalmente in forma telematica) e determinate commissioni ne vagliano l’ammissibilità in termini giuridici e di disponibilità, nonché della bontà del progetto.
In altri termini si parla dei cosiddetti bandi. Questi possono riguardare le start-up, l’imprenditoria giovanile, quella femminile, ma anche determinate materie specifiche: l’innovazione, l’artigianato, il commercio, e così via. La cosa migliore in questi casi è la più banale: senza andare a controllare chissà quali leggi e normative, bisogna tenere sott’occhio il sito istituzionale di ogni Regione che ci interessa.
Nel sito istituzionale, per legge, devono essere pubblicati i bandi e l’intenzione di erogare determinati fondi con particolari finalità che, a titolo di esempio, abbiamo descritto sopra. Ci sono delle note sintetiche sulle modalità e anche i moduli per fare le domande.
È particolarmente importante il fattore tempo. Sia perché i fondi, ovviamente, non sono infiniti, sia perché di solito sono moltissime le imprese, nuove o meno, che decidono di partecipare ai bandi o comunque alle procedure di ammissione ai prestiti a fondo perduto. Quindi, occhio ai bandi sui siti istituzionali delle Regioni.