ASD: contributi a fondo perduto e sgravi per le associazioni sportive dilettantistiche
di Redazione
21/10/2016
Sono tanti, al giorno d’oggi, i cultori dello sport che hanno anche notevoli competenze nella propria disciplina ma non hanno il denaro necessario per poter aprire una palestra o una struttura simile.
La soluzione però c’è ed è anche vantaggiosa: si può scegliere di dar vita a un'associazione sportiva dilettantistica (ASD), ovvero un ente che ha come scopo la promozione dell'attività sportiva da parte di amatori e che gode di un regime fiscale agevolato.
Le due caratteristiche fondamentali di detta società sono l'organizzazione di attività sportive a carattere 'non professionale' e l'assenza di fini di lucro (con il divieto di distribuire utili tra i soci). Questo però non significa che escludano qualsiasi tipo di introito: i soci istruttori infatti possono essere remunerati e i corsi erogati a pagamento.
Per quanto riguarda il regime fiscale agevolato, sono previste le agevolazioni tributarie disciplinate appositamente dalla Legge 398 del 1991 che fa corrispondere al rispetto di alcuni requisiti appunto una serie di agevolazioni.
Il regime forfetario previsto dalla legge n. 398 del 1991 consente di determinare forfetariamente l’Iva da versare, in luogo dell’utilizzo dell’ordinario metodo di conteggio “Iva da Iva” (iva sulle vendite meno iva sugli acquisti). Gli enti associativi che optano per il regime 398/91 determinano poi la base ai fini Ires applicando l’aliquota del 3% al totale dei proventi commerciali e aggiungendo, al risultato così ottenuto, le plusvalenze patrimoniali, interamente tassate.
Gli enti che applicano il regime forfetario di cui alla Legge 398/1991 non devono però superare il limite annuo di euro 250.000 dei proventi da attività commerciale, onde evitare la decadenza dal regime agevolativo. Il superamento del limite determina la fuoriuscita dal regime dal mese successivo al quello in cui il limite viene superato. A partire da questo momento si applicheranno le regole generali di versamento dell’Iva e di calcolo di Ires e Irap dovute.
Le associazioni sportive dilettantistiche generalmente recuperano i fondi per finanziare la loro attività in vari modi:
- la quota di iscrizione, annualmente conferita dai soci all'associazione;
- eventuali contributi ulteriori, richiesti ai soci per fare fronte ai costi di gestione;
- i corrispettivi versati dai soci per partecipare a determinate attività organizzate dall'associazione, come corsi sportivi, pratici o teorici, e attività connesse alla pratica sportiva, come preparazione atletica, uso di palestre;
- i corrispettivi ricavati dall'attività commerciale organizzata dall'associazione, cioè i proventi ricavati da corsi sportivi verso terzi non soci, affitto di attrezzature e impianti a terzi non soci, proventi derivanti da gare, pubblicità, sponsorizzazione.
- i fondi derivanti dal 5 x mille, se l'associazione sportiva svolge attività a favore di giovani, anziani o soggetti svantaggiati.
- 24 milioni per interventi realizzati dai Comuni fino a 5.000 abitanti;
- 18 milioni per interventi nei Comuni medi (da 5.000 a 100.000 abitanti) e dalle Unioni dei Comuni;
- 18 milioni per i Comuni capoluogo.
- domanda di ammissione alle facilitazioni
- protocollo d’intesa tra ente pubblico, Asd e Lnd
- autorizzazione dell’organo competente alla presentazione della domanda di ottenimento delle facilitazioni
- progetto almeno di livello preliminare comprendente i due lotti funzionali
- copia delle convenzioni-concessioni in vigore o dichiarazioni d’intenti stipulate coi comuni proprietari per l’utilizzo dell’impianto sportivo per tutta la durata del mutuo
- copia dell’atto costitutivo dell’associazione dilettantistica richiedente corredato da relativo statuto.
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