In tempo di crisi, sempre più persone sono costrette a richiedere mutui o prestiti personali e finanziamenti, per far fronte anche alle spese quotidiane, come pagare l’assicurazione sulla propria auto, pagare le bollette o per non rischiare di avere contenziosi con il Fisco per tasse o imposte non pagate.
Se gli Istituti bancari sono quelli preposti per legge a questo genere di esigenze, è anche vero che le Banche negli ultimi anni sono molto restie a concedere mutui, e per i prestiti richiedono comunque numerose garanzie, a garanzia appunto che il prestito venga effettivamente rimborsato nei tempi e nelle modalità concordate.
Quando la richiesta di un prestito ad una Banca falliva, un tempo ci si rivolgeva agli usurai e agli strozzini: dietro la disponibilità immediata della somma di denaro richiesta, ci si ritrovava in pochissimi mesi a dover rimborsare tassi di interesse a doppia cifra, obbligati a pagare senza possibilità di ribellarsi, per non rischiare la propria vita o quella dei propri familiari.
Se il fenomeno oggi non è ancora estinto, è anche vero che oggi le richieste di prestiti e finanziamenti “alternative” passano sempre più spesso attraverso internet, e purtroppo, nella maggior parte dei casi, si rivelano essere delle vere e proprie truffe.
Ogni giorno capita di imbattersi, sui social network ma anche sui siti di ogni genere, in annunci, scritti in un italiano stentato, in cui si propongono prestiti tra privati, a tassi di interessi vantaggiosi, che in genere si aggirano attorno al 3%, e senza richiedere nessuna garanzia di rimborso.
Va subito chiarito che stendere un accordo tra privati non è così semplice come sembra: i contratti devono essere redatti e sottoscritti in duplice copia. La forma di scrittura usata è privata ed è quella prevista dall’art. 1813 del codice civile. Possono esser compilati dalle parti senza bisogno di un notaio, l’importante è che ci siano i requisiti minimi previsti per legge: dicitura di mutuo, dati delle parti, modalità di restituzione del prestito e percentuale di interesse.
Queste tipologie di annunci invece non richiedono altro che il rilascio di tutti i propri dati sensibili: nome, indirizzo, numeri di conti bancari e fotocopie dei documenti di identità, a loro detta per poter procedere in modo celere al prestito di denaro.
Nella realtà poi, una volta ottenuti i dati del conto corrente bancario e la copia dei documenti, coloro che si celano dietro l’annuncio spariscono nel nulla. Per chi ha già subito questo tipo di truffa, è necessario denunciare direttamente l’accaduto alle forze dell’ordine in modo da tutelarsi, ed inoltre è consigliabile anche recarsi in banca per spiegare l’accaduto e valutare un eventuale cambio dei dati bancari.
Un’altra modalità che adottano questi truffatori e spesso anche la più utilizzata, è quella di richiedere alla vittima di versare del denaro per presunte spese legali. Ovviamente, dopo che la vittima versa i soldi questa gente svanisce nel nulla senza concedere nessun prestito. In genere questi truffatori operano dall’est Europa, ma non si tratta di singoli individui che decidono di fare questo lavoro illecito, ma si tratta spesso di veri e propri gruppi criminali specializzati in questo tipo di truffe.
Nel caso invece si riuscisse ad ottenere un prestito, attraverso un accordo tra privati, una finanziaria o una banca, in ogni caso bisogna far attenzione al tasso di interesse reale che viene applicato per il rimborso del prestito stesso.
In questo senso la legge n. 108 del 1996 ha introdotto i tassi “anti usura”, che sono costantemente aggiornati ogni tre mesi ai tassi medi del mercato. Per capire se qualcuno presta a tassi d’usura, occorre verificare che il tasso d’interesse pattuito nel finanziamento non superi il “tasso soglia” , ottenuto aumentando del 50% il tasso effettivo globale medio (TEGM) relativo alla categoria di operazioni “alla quale appartiene il finanziamento effettuato”. Tutti i TEGM sono elencati nell’apposita “Tabella di rilevazione”, aggiornata e pubblicata ogni trimestre via decreto del ministro del Tesoro. Nel tasso antiusura è incluso ogni tipo di spesa e commissione, compresa dal 2010, la spesa di massimo scoperto bancaria la quale è mediamente attorno allo 0,70%.
Infine, come ha messo in evidenza una recente inchiesta di Altroconsumo, non basta fare attenzione soltanto alle percentuali dei tassi di interesse, ma anche alle “magagne” che mettono in pratica sempre più istituti di credito, per scongiurare così il rischio di truffe e illegalità e per essere più consapevoli dei nostri diritti.
L’indagine di questa Associazione dei consumatori ha messo in luce diverse irregolarità, come mancanza di trasparenza e privacy non rispettata, non soltanto presso le banche, ma anche finanziare e uffici postali. La prima, grande, irregolarità è stata riscontrata già in fase preliminare: quando si va in banca e si chiedono informazioni sul prestito, nel 63% dei casi non viene consegnato il modulo SECCI, che raccoglie le informazioni essenziali del prestito, in modo tale da poter agilmente confrontare l’offerta presentata, ad esempio, da una banca con i prestiti di un altro istituto.
Molto spesso poi, in fase precontrattuale, vengono richiesti dati reddituali e personali, quando non addirittura delle firme: una procedura di questo tipo non soltanto va a scoraggiare il potenziale cliente dall’andare in giro per altri operatori a chiedere informazioni, visti i tempi lunghi delle articolate procedure richieste, ma lo mette anche in condizione di poter risultare in futuro un cattivo pagatore a causa di tutte quelle interrogazioni alle centrali di rischio che non si traducono poi con l’effettiva richiesta di un prestito presso quello specifico istituto.
Altroconsumo ha inoltre riscontrato che nel 35% dei casi gli istituti di credito concedono il finanziamento solo a patto di comprare prima una loro polizza assicurativa, una pratica questa non solo scorretta, ma illegale: la banca non può obbligare a comprare la propria polizza per ottenere il prestito e per questo può essere denunciata immediatamente all’Antitrust.
Per tutte queste ragioni, è importante stare molto attenti, diffidare dagli annunci lusinghieri che compaiono a migliaia su internet, e anche nel caso si avesse a che fare con una banca, assicurarsi che questa faccia realmente gli interessi del cliente e non badi solamente al proprio tornaconto economico.
Quanto secondo le statistiche attuali la scarsa efficienza del servizio bancario ha distrutto economie intere per mancati pagamenti o riscossioni piegando i fornitori o gli stessi esercizi commerciali e gli stessi lavoratori per non parlare del pagamento delle tasse tanto che poi le aziende si vedono sequestrare le aziende a causa di personale non qualificato o abbastanza capace e per la mancanza della vigilanza della authorities e delle eventualmente forze dell’ordine mai allertati in caso di anomalie e quanti non verificano nemmeno l’identità di chi preleva allo sportello e tanto altro ancora?